consumi

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Il consumo può definirsi come qualsiasi attività di fruizione di beni o di servizi da parte delle persone, delle imprese, della pubblica amministrazione.

Lo sviluppo economico, il cosiddetto “benessere”, la società industriale hanno portato grandi cambiamenti nei comportamenti d’acquisto delle persone. Si è passati da un positivo accrescimento della disponibilità di beni e servizi ad un consumismo sempre più sfrenato.

Il consumismo è basato sull’idea di creare continue novità in ogni settore economico, facendo sì che le persone si abituino ad acquistare prodotti non per reali necessità ma semplicemente per quello che questi rappresentano.

Le famiglie italiane sono responsabili di oltre il 30% dei consumi energetici totali. Esse producono circa il 27% delle emissioni nazionali di gas serra (soprattutto per usi negli edifici). Ogni italiano con i propri comportamenti quotidiani emette 21 kg di anidride carbonica al giorno.

Consapevoli di ciò, è indispensabile puntare al massimo livello di coinvolgimento dei cittadini al fine di indurli a cambiare i propri comportamenti, contrastando gli effetti del consumismo e della pubblicità e promuovendo un consumo critico e responsabile.

Le tre regole d’oro per un “consumo sostenibile”:

Che cos’è il consumo sostenibile?

Il significato di “consumo sostenibile” non è semplice né univoca. La maggioranza delle definizioni accoglie però i seguenti concetti: soddisfare i bisogni umani, favorire una buona qualità della vita, dividere le risorse fra ricchi e poveri con particolare attenzione alle generazioni future, consumare stando attenti al ciclo naturale della vita, ottimizzare l’uso delle risorse naturali preservandole, riducendo l’impatto dei rifiuti e dell’inquinamento.

Che cos’è il consumo critico?

E’ la pratica di organizzare le proprie abitudini di acquisto in modo da dare la propria preferenza ai prodotti che posseggono determinati requisiti di qualità. Il consumatore critico in genere, ritrova nei prodotti che acquista componenti specifiche come la sostenibilità ambientale del processo produttivo, l’etica dell’azienda che li ha realizzati (es. il rispetto dei diritti dei lavoratori o una politica aziendale di attenzione alle popolazioni del sud del mondo), la chiarezza delle indicazioni sulle etichette del prodotto in modo da rendere consapevole la scelta del consumatore, ecc.

ATTENZIONE ALLA ETICHETTE! Quando acquistiamo dei beni nei negozi dobbiamo far attenzione all’etichetta, possiamo preferire prodotti certificati da marchi di qualità ecologica che garantiscono la qualità del prodotto e l’attenzione che nel processo produttivo l’azienda ha avuto per l’ambiente (come nel caso dell’Ecolabel).

Preferire il biologico?

L'agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che prende in considerazione tutto l’ecosistema agricolo, promuove la biodiversità dell'ambiente ed in genere esclude l'utilizzo di prodotti di chimici o OGM (Organismi Geneticamente Modificati). Sempre di più oggi nei negozi e nei supermercati è possibile acquistare i prodotti della filiera del biologico. Alla preferenza dell’agricoltura biologica possiamo abbinare la consapevolezza che scegliendo alimenti prodotti localmente possiamo aiutare i produttori locali, consumare meno carburante, impegnare meno centri di stoccaggio di merci, ridurre il traffico pesante, contenere l’inquinamento.

Lo sapevi che?

Acquistando i prodotti del commercio equo e solidale si contribuisce a garantire ai piccoli produttori nel sud del mondo un accesso diretto e sostenibile al mercato del consumo, si incoraggia l’autonomia economica di molte piccole comunità nei paesi in via di sviluppo, si rafforza il ruolo dei lavoratori, ci si impegna a favore del raggiungimento del difficile traguardo dell’equità nel commercio internazionale.